Ieri è entrata in vigore una nuova normativa per i prodotti ‘gluten-free’ che abroga il termine ‘alimenti dietetici’ utilizzato per prodotti rivolti a persone intolleranti al glutine. Tali alimenti, fino e ieri indicati in etichetta come ‘dietetici’, ora si chiameranno ‘specificatamente formulati per celiaci’, ma nulla cambia rispetto alla erogabilità da parte del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Tutto ciò fa parte del Regolamento Europeo 609/2013, norma quadro che armonizza tra gli Stati Membri l’etichettatura per cibi indirizzati a fasce vulnerabili della popolazione.
La celiachia in Italia
In Italia sono oltre 170mila i celiaci diagnosticati, secondo l’ultima relazione del Ministero della Salute al Parlamento. Ma altri 400mila non sanno di esserlo. Gravi le conseguenze di questa infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti: osteoporosi, aborti ricorrenti e infertilità sono alcuni dei sintomi di questa patologia per la quale ancora il tempo medio della diagnosi è di almeno 6 anni.
L’esperta spiega la nuova norma
“La novità – spiega Susanna Neuhold, responsabile nazionale Area Food dell’Associazione italiana celiachia (Aic) – è l’eliminazione del termine ‘dietetico’, che rischiava di confondere le idee ai consumatori. Quello che non cambia è, per i celiaci, la possibilità di veder erogati gratuitamente questi prodotti. Grazie a una circolare del Ministero della Salute del luglio 2015 e al decreto ministeriale di maggio 2016 è stato confermato, infatti, che restano a carico del Ssn”. In realtà, conclude, “già da alcuni mesi le aziende hanno iniziato ad adeguarsi, confezionando prodotti con la nuova dicitura”.